VOCI - Intervista a Emanuel Perathoner
Ho fatto quattro chiacchiere con il campione paralimpico e dominatore della stagione appena conclusa di parasnowboard.
VOCI è un’appendice di Oltre il Podio, dove, invece di raccontare la storia di un atleta iconico, troverete un’intervista a una figura del mondo dello sport: dagli allenatori ai telecronisti, passando, perché no, anche per gli atleti.
Ospite di questa quarta “puntata” è Emanuel Perathoner, adesso atleta di parasnowboard (come cita la sua bio instagram), trionfatore assoluto dell’ultima stagione invernale, campione del mondo in carica e prossimo debuttante alle paralimpiadi, dopo l’esperienza olimpica.
Pronti, partenza… via!
Highlight di puntata
Intervista a Emanuel Perathoner
Europei di Scherma 2025
Mondiali di Judo 2025
Come è andata la prima stagione del Grand Slam Track?
New Record
Emanuel Perathoner - Atleta di Parasnowboard
Dall’Olimpiade di Pyeongchan all’obiettivo Paralimpiadi Milano Cortina, come è cambiata la tua prospettiva sullo sport e sulla competizione nel passaggio dal circuito olimpico a quello paralimpico?
Diciamo che ora vivo le competizioni molto più sereno. Già prima provavo a divertirmi al massimo ma non ha funzionato sempre. Ora invece la ragione più importante di gareggiare è che mi diverto a farlo e che mi da una sensazione di gioa.
Passare da un infortunio grave a diventare campione del mondo paralimpico in meno di due anni è qualcosa di straordinario. Qual è stato il tuo approccio mentale per affrontare questa sfida e trasformarla in un'opportunità?
Ho vissuto il mio infortunio in maniera positiva o almeno ci provavo. Sono una persona competitiva per cui non ci è voluto molto per tornare a mettermi in gara. E poi pian piano la voglia di vincere è cresciuta sempre di più.
Hai raccontato che l’idea di competere nel paralimpico è nata quasi per caso. Qual è stata la scintilla che ti ha fatto dire: "Sì, ci provo davvero"?
Ho visto che mi divertivo molto a gareggiare di nuovo per cui mi sono detto “dai andiamo avanti con questa seconda carriera”.
Quanto è stato fondamentale avere un team di supporto, compagni di squadra e la vicinanza della famiglia in questo percorso di rinascita sportiva?
È una cosa fondamentale. La mia famiglia mi sta sempre vicino e quando ho iniziato a gareggiare nel mondo paralimpico, i miei compagni mi hanno accolto subito come se ci conoscessimo da sempre. Anche quello ha aiutato tanto.
Con la protesi e la ridotta mobilità del ginocchio e della caviglia, come hai dovuto modificare il tuo stile e la tua tecnica nello snowboard?
Difficile spiegarlo perché sono cose abbastanza tecniche. Ma ho dovuto cambiare un po’ la mia posizione sullo snowboard, come fare le curve e come affrontare le strutture nello snowboardcross.
Sei riuscito a importi subito nel circuito paralimpico con vittorie importanti. Quest’anno hai concluso la stagione con 3 Globi di Cristallo. Quanto ha influito la tua esperienza da atleta olimpico e quali nuove sfide hai dovuto affrontare?
Di sicuro l’esperienza è una cosa fondamentale in questo sport: ti aiuta in tante situazioni e direi che mi da qualcosa in più in confronto ai miei avversari. Una grande sfida è stata soddisfare le aspettative di tutti i tecnici: quando per la prima volta sono arrivato secondo in una gara erano tutti delusi ma è uno sport dove può succedere di tutto. Anche io mi chiedevo come sarebbe stata la prima volta senza vittoria. E dopo ho capito che si riparte esattamente come in tutte le altre gare.


Stai vivendo da protagonista la crescita dello snowboard paralimpico. Quali credi siano i passi più importanti per far conoscere e sviluppare ancora di più questa disciplina?
Rendere tutto più professionale. Noi in Italia abbiamo la fortuna che ci sono i corpi dello Stato che hanno dato la possibilità agli atleti paralimpici di dedicarsi allo sport. Poi serve sicuramente che le gare vengano trasmesse da qualche parte, anche in streaming.
Sport e media: oggi gli atleti sono anche comunicatori. Quanto sono importanti i social per raccontare il tuo percorso e per dare più visibilità allo snowboard paralimpico? Ti piace usarli o li vivi come un obbligo?
Nello sport paralimpico purtroppo non ci rimane altro che i social visto che non ci sono dirette tv. Direi che sono fondamentali sia per raccontare le nostre storie sia per trovare degli sponsor.
Aspettative per Milano-Cortina 2026: cosa rappresenterebbe per te vincere un oro ai Giochi Paralimpici in casa? E quali sono i passi che ritieni fondamentali per arrivarci al meglio?
Sicuramente sarebbe bellissimo vincere un oro in casa ai miei primi giochi paralimpici. Serve arrivare al 100% a quella gara per cui questa stagione viene proprio impostata in base a quell’appuntamento. I miei allenamenti saranno pensati in base a quell’obiettivo: la stagione è lunga e serve essere nella migliore forma a marzo 2026 per cui sfrutterò la coppa del mondo anche un po’ come preparazione per i giochi.
Guardiamo ancora più in là: dove ti vedi dopo il 2026, dentro e fuori dallo sport?
Vedremo... Io vivo un po’ alla giornata, ma probabilmente andrò avanti ancora un po’ con lo sport visto che nel 2027 ci sono i mondiali.
Europei di Scherma 2025


Gli Europei di scherma giocati in casa, a Genova, ci hanno portato bene. L’evento, a conti fatti, è stato un ottimo spot per il brand della scherma italiana che usciva un po’ acciaccato dalle Olimpiadi di Parigi.
Sul fronte delle medaglie, l'Italia ha chiuso con tredici medaglie, superando il risultato precedente di Basilea (due medaglie in più). Un dato particolarmente significativo è che tutte e sei le squadre azzurre sono salite sul podio e ben sette degli atleti medagliati erano al loro debutto in un Campionato Europeo, cosa che lancia una ventata di ottimismo per la continuità del movimento ad alti livelli.
Parliamo delle medaglie d’oro: la prima è arrivata grazie a Guillaume Bianchi (a mio avviso il miglior schermidore di tutto l’europeo) nel fioretto maschile individuale. Il "Dream Team" del fioretto femminile, composto da Martina Batini, Anna Cristino, Arianna Errigo e Alice Volpi, ci ha regalato la seconda medaglia d’oro in una finale al cardiopalma decisa all'ultima stoccata. Nello specifico si tratta del quarto trionfo continentale consecutivo. Il terzo oro arriva dalla squadra di fioretto maschile, con Guillaume Bianchi, Alessio Foconi, Filippo Macchi e Tommaso Marini (lui decisamente fuori fuoco), che tornano sul tetto d’Europa dopo il bronzo di Basilea.
Off topic: tutti gli ori sono arrivati sconfiggendo i francesi. Non c’entra nulla, ma vincere contro i cugini è sempre un po’ più piacevole..
Le due medaglie d'argento italiane sono state conquistate da Matteo Galassi nella spada maschile individuale e dalla squadra di sciabola maschile, formata da Luca Curatoli, Michele Gallo, Matteo Neri e Pietro Torre, che ha ceduto solo contro i campioni del mondo in carica dell'Ungheria.
Il resto del medagliere italiano è fatto da otto medaglie di bronzo. A livello individuale, Martina Batini nel fioretto femminile, Andrea Santarelli nella spada maschile, Sara Maria Kowalczyk e Alberta Santuccio nella spada femminile, e Tommaso Marini nel fioretto maschile hanno tutti raggiunto il terzo gradino del podio. Le squadre hanno contribuito significativamente a questo conteggio: bronzo per la spada maschile (con Davide Di Veroli, Matteo Galassi, Andrea Santarelli e Gianpaolo Buzzacchino - trovate la mia intervista all’allenatore Dario Chiadò qui); bronzo per la sciabola femminile (Michela Battiston, Chiara Mormile, Mariella Viale e Manuela Spica) e infine bronzo per la spada femminile (Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi, Alberta Santuccio, Lucrezia Paulis).
Guardando al di fuori dello sport puro, gli spettatori di Genova hanno potuto visitare il "fencing village" allestito al Jean Nouvel, con mostre interattive e la possibilità, soprattutto per i più piccoli, di avvicinarsi a questo sport. Iniziativa che mi permetto di giudicare positivamente proprio in ottica iscrizioni alle scuole di scherma. Più la scherma va dalla gente, più si toglie quell’aura da sport elitario. Che poi non lo è. È bellissimo e popolare. Nell’accezione più positiva del termine.
Mondiali di Judo 2025
I Campionati Mondiali di Judo 2025 di Budapest hanno rappresentato lo starting point del nuovo ciclo olimpico che culminerà a Los Angeles 2028. L'Italia arrivava con grandi aspettative, forte di un ottimo Campionato Europeo dove gli azzurri avevano conquistato ben nove medaglie.
La migliore delle sette giornate di competizione è stata quella che ha visto la bandiera italiana salire sul gradino più alto del podio non una, ma ben due volte. Le protagoniste sono state due giovanissime judoka: Assunta Scutto, che ha primeggiato nella categoria -48 kg, e Alice Bellandi, dominatrice assoluta nei -78 kg. In particolare Alice Bellandi diventa l'unica atleta italiana nella storia ad essere contemporaneamente campionessa olimpica e mondiale.
Questi successi rappresentano non solo il mio lavoro, ma anche il talento incredibile della squadra azzurra. Ogni match conta, e ogni atleta ha la possibilità di lasciare il segno. - Alice Bellandi.
La delegazione italiana puntava a superare le quattro medaglie ottenute sia nel 2023 che nel 2024 senza però riuscirci. Se guardiamo solo il medagliere potrebbe sembrare quindi un passo indietro. Ma a mio modo di vedere si è ottenuto meno di quanto seminato. La squadra azzurra ha atleti di primissimo livello, penso a Manuel Lombardo o Odette Giuffrida, i fratelli Esposito o ancora Kenny Komi Bedel (che ha sfiorato il bronzo). Il Judo però non lascia scampo. E sul tatami basta un attimo per finire sotto.
Da questo si parte e le prospettive per un bel lavoro ci sono tutte.
Come è andata la prima stagione del Grand Slam Track?
Fortemente voluto da Michael Johnson, olimpico statunitense tra i più famosi al mondo, il Grand Slam Track chiude anticipatamente annullando la quarta e ultima tappa di Los Angeles.
Ma che cos’è questo Grand Slam Track?
Si tratta di una sorta di circuito professionistico di atletica leggera che punta a rendere più attraente il mondo delle corse (e quindi più “monetizzabile”) tra un’Olimpiade e l’altra.
L’idea è quella di creare quattro eventi l’anno, chiamati “Slam” della durata di tre giorni ciascuno. Ogni meeting prevede sei eventi, sia maschili che femminili, con due discipline per categoria:
velocità breve (100m, 200m)
ostacoli corti (100m ostacoli/110m ostacoli, 100m)
velocità lunga (200m, 400m)
ostacoli lunghi (400m ostacoli, 400m)
corte distanze (800m, 1500m)
lunghe distanze (3000m, 5000m)
Niente gare di lanci o salti, solo corsa. Da qui la tag-line "Only the fastest".
Ma cosa c’è quindi di così particolare? Non bastava la Diamond League?
Il GST ha due caratteristiche principali:
Formula di accesso: questa è la caratteristica più interessante, lo ammetto. In sostanza a ciascun evento partecipano otto atleti per categoria: quattro "Grand Slam Racers" – atleti di alto livello con contratto per tutti gli eventi – e quattro "Grand Slam Challengers", atleti emergenti che cambiano da uno Slam all'altro. Quindi ogni atleta si sfida su due gare, obbligatoriamente.
Il punteggio delle gare: il sistema assegna punti dal primo all'ottavo posto (12, 8, 6, 5, 4, 3, 2, 1) in ogni evento individuale. Il vincitore di ogni categoria di Slam è quindi non quello che vince la singola gara, ma l'atleta con il punteggio combinato più alto tra i due eventi della propria categoria.
I problemi
In questo primo anno son uscite già diverse problematiche. Sia di tipo gestionale che di tipo organizzativo delle gare.
Partiamo da quelli gestionali: innanzitutto la chiusura anticipata senza una vera e propria spiegazione. Perché “per garantire la stabilità a lungo termine come principale lega di atletica leggera del mondo" non è una giustificazione valida. Voci di corridoio parlano di problemi finanziari e organizzativi, per cui si è preferito chiudere per far tutte le analisi e ripianificare meglio per il futuro.
Il primo campanello d’allarme era già suonato con la riduzione da tre giornate previste per evento a due. Il secondo riguardo agli spettatori nelle arene. A Kingston, nella prima tappa, gli spalti erano praticamente vuoti.
E poi ci sono i problemi d’organizzazione delle gare.
La formula “double race" se da un lato ha appassionato perché reso ogni gara mediamente più combattuta, dall’altro ne ha smorzato completamente l’entusiasmo, creando un effetto disturbante poiché non si capisce mai chi vince. C’è una gioia “mozzata” nell’attendere i calcoli dei punteggi.
Altro problema è la questione delle tempistiche: oltre tre ore di diretta per appena 17-20 minuti forse di gara. Troppi tempi morti tra una gara e l’altra sia per gli spettatori allo stadio che per quelli davanti alla tv (io ammetto di averli visti tutti in differita volutamente per poter andare avanti veloce). La regia televisiva ha tamponato come poteva, seguendo gli atleti nel pre e post gara, interviste fino praticamente ai blocchi di partenza, ma tutto questo non basta. Se son lì per vedere una gara, voglio veder correre gli atleti per la maggior parte del tempo. Il focus principale non può essere il 30% dell’intera trasmissione. Menzione a parte per le grafiche invece, quelle davvero molto belle.
Nonostante tutto, Johnson ha detto che la lega ha raggiunto con successo gli obiettivi prefissati per questa stagione pilota e che ora l'attenzione è rivolta alla costruzione del calendario degli eventi per il 2026.
Io rimango dubbioso. Ma non sarebbe la prima volta che commetto uno sbaglio. 😅
New Record
Armand Duplantis sposta letteralmente l’asticella sempre più in alto. E batte per la 12esima volta il record del mondo. 6.28 metri a Stoccolma, in casa.
Giada Carmassi firma il record italiano dei 100 ostacoli in 12”69.
Kelly Doualla ai Campionati di Società Assoluti a Brescia corre in 11”37 i 100 metri e fa il record itlaiano U18 e U20.
Federico Riva realizza, 33 anni dopo Genny Di Napoli, il nuovo record italiano del miglio con il tempo di 3’49″72.
Erika Saraceni salta 14.01 metri nel salto triplo e fa il record italiano U20.
Altre notizie
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Atletica, Elisa Palmero sorprende nei 10000 metri a Birmingham: grande tempo dell’azzurra.
Atletica, Patta e Desalu illuminano il Roma Sprint Festival. Vittoria Fontana vince i 100, Benati squalificato.
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Europe Triathlon Cup Wels: bronzo per De Nigro.
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Nuoto di fondo, Ginevra Taddeucci seconda nella 10 km della Coppa del Mondo di Setubal.
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Tiro a segno, Suruchi Inder Singh trionfa nella pistola 10 metri femminile alla Coppa del Mondo di Monaco.
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